Forse l’opera più ‘teorica’, ma allo stesso tempo ricca di tenera ironia, di Abbas Kiarostami. Racconta le peripezie di un poveraccio di Teheran che si spaccia per il noto regista Mohsen Makhmalbaf cercando di farsi finanziare un film. Un ‘documentario’ (il più bello sul fare cinema secondo Herzog) sull’ostinatezza del sogno e sul potere illusorio del cinema, in cui il piano della realtà e quello della messa in scena si fondono pirandellianamente. “Attraverso l’esperienza del cinema, creando cinema, anche senza il film o la macchina da presa, il protagonista di Close-Up esiste e ha importanza. […] Forse è il motivo per cui creiamo, per contare, per esistere. È davvero un film straordinario che mi ha commosso” (Martin Scorsese).
Testo a cura della Cineteca di Bologna
TITOLO INTERNAZIONALE: Close-Up
REGIA: Abbas Kiarostami
NAZIONE: Iran
ANNO: 1990
DURATA: 98′
CAST: Hosein Sabzian, Mohsen Makhmalbaf, Mehrdad Ahankhah, Abolfazl Ahankhah
Versione originale con sottotitoli in italiano
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L’evento è parte della rassegna Carta Bianca a Martin Scorsese (parte II)